7 Giornata del Contemporaneo

8 ottobre 2011  -  2011, Archivio, Eventi e mostre

In occasione della 7ª Giornata del Contemporaneo l’Associazione Culturale Aleph Arte – da tempo impegnata
nella sensibilizzazione del pubblico all’arte contemporanea – propone l’opera dell’artista Elvio Chiricozzi, la cui
attività espositiva ha avuto origine a Roma negli anni Ottanta per poi diffondersi nel panorama artistico
internazionale.
Con questo appuntamento, a cura di Giorgia Fileni e Silvia Pujia, si dà seguito a “UN’OPERA”, un progetto
inaugurato nel 2010 nei locali dell’Associazione di Lamezia Terme che prevede di volta in volta l’esposizione di
un’unica opera d’arte.
L’opera presente in mostra, Ciò che non muta – già presentata lo scorso anno alla Casa delle Letterature a Roma
e in seguito negli uffici della Fondazione Volume! in via di Santa Maria dell’Anima nell’ambito della personale che
l’artista ha tenuto presso lo spazio della stessa Fondazione in via San Francesco di Sales – tratta un motivo con
cui l’artista si confronta dalla fine degli anni Ottanta: gli stormi di uccelli, che volano verso luoghi a lui
particolarmente cari, dal cielo dell’Etruria, sua terra natale, a quello di Roma, divenuta la sede in cui l’artista vive
e lavora stabilmente da diversi anni.

L’intera produzione artistica di E. Chiricozzi è infatti riconducibile ad alcune tematiche esplorate e approfondite in modo coerente e continuativo. Tra queste è possibile rintracciare: il tema del volo, inteso come desiderio e richiesta di libertà e nel cui gesto è perfettamente rintracciabile la rappresentazione di un’attitudine umana; il tema dell’adolescenza e con essa i vari riti di passaggio che questo delicato periodo di transizione comporta. Probabilmente il suo interesse per entrambi questi motivi proviene dalla stessa inclinazione a interrogarsi su alcuni nodi tematici che ricorrono in tutto il suo percorso artistico: il tema del doppio nelle sue varie declinazioni (natura doppia, incerta e ibrida dell’adolescenza – natura celeste e terrestre dell’uccello), il rapporto tra l’uomo il mondo, il rapporto io/tutti, il ruolo dell’individuo nella società e quindi l’assunzione o acquisizione di un’identità sociale. In definitiva, speculazioni sulla libertà. Si potrebbe dire che ciò che lo affascina dal punto di vista sociale è quella dinamica di attrazione e repulsione che scandisce il volo di questi volatili. Il tema sotteso alle sue opere è dunque il consolidamento di una moltitudine contro l’affermazione personale, il magnetismo comunitario contro l’emergere di singole volontà, in cui ciascuna cosa acquista valore unicamente attraverso l’accumulo, la ripetizione.

Altra costante, nella prassi artistica di E. Chiricozzi, è il forte legame che i suoi segni intrattengono con la poesia
– parte fondamentale della sua arte nonché fonte di ispirazione – relazionandosi ad essa: a un’idea iniziale segue poi l’azione pittorica, che traduce queste suggestioni poetiche in immagini. In realtà E. Chiricozzi, seppur pittore, per la realizzazione delle sue opere, ha sempre dedicato particolare attenzione allo spazio includendolo nell’ideazione dei suoi lavori. Il suo interesse si rivolge al contesto a cui l’opera è destinata, in cui viene esposta e per cui è stata concepita. In questo senso il rapporto tra la sua opera e il luogo è assoluto: l’opera si adatta e, a sua volta, è sempre in relazione reciproca con lo spazio che la contiene. Ma la sua concezione artistica inoltre non si limita all’opera collocata nel suo spazio e nel suo tempo, ma si estende al fare, al processo. Ciò è evidente soprattutto nei suoi ultimi lavori in cui il gesto performativo – nel caso dell’opera esposta il lancio delle fustelle di carta, silhouette di piccoli uccelli neri, sul supporto in legno – si inscrive nell’opera e in cui l’aspetto formale si fa sempre più subordinato a quello processuale. Tutto sembra “volatilizzarsi”, una composizione astratta, ma da lontano e ad un primo sguardo. Dalle sue opere infatti emerge una dinamica interna tale da indurre chi le guarda a muoversi nello spazio, ad accostarsi ad esse. È solo in questo momento, grazie a un’osservazione più attenta e ravvicinata, che tutto assume concretezza e si rende visibile: l’irregolarità prende forma in un enorme stormo di migliaia di singoli uccelli.