6 Giornata del Contemporaneo

9 ottobre 2010  -  2001-2010, 2010, Archivio, Eventi e mostre

L’associazione culturale Aleph Arte, in occasione della Giornata del Contemporaneo, sabato 9 ottobre 2010 inaugura il primo di una serie di eventi dal titolo UN’OPERA.
L’iniziativa, che di volta in volta presenterà un’unica opera d’arte, renderà omaggio al pensiero contemporaneo, privilegiando l’intima fruizione in aperta opposizione al rumore e velocità cui siamo abituati.
Per l’occasione gli spazi espositivi di Aleph ospiteranno l’intervento della nota artista argentina Ines Fontenla, Derive, a cura di Giorgia Fileni e Silvia Pujia. L’artista, da anni attiva nel panorama internazionale, ha incentrato da sempre la sua opera sulla fusione di linguaggi diversi, realizzati attraverso la combinazione di vari materiali quali legno, forex, perspex. A partire dalla sua storia personale di migrante che ha cambiato territorio e nazionalità, Ines ha sviluppato negli anni una concezione di arte radicata nella cultura del suo tempo; un’arte come presa di coscienza, volta non a dare soluzioni, ma a stimolare interrogativi.
L’urgenza di testimoniare la condizione attuale si riflette in un’arte che subordina l’estetica ai contenuti, senza mai rinunciare alla poeticità attraverso un linguaggio metaforico e allusivo. La Costante del suo lavoro è quindi la coesistenza e l’interazione tra una componente autobiografica, strettamente legata all’identità e al territorio, e l’interesse per il sociale, che le permette di affrontare problematiche globali. E’, infatti, proprio la sua storia personale a farsi metafora di una condizione esistenziale più profonda: il suo nomadismo e, più in generale, il continuo spostamento di intere masse di popoli, accomunati da un identico destino di allontanamenti e ritorni, diventa simbolo di una condizione instabile e precaria. Così, raccontando la sua esperienza di migrante, Ines approda all’esito più intimo della sua arte, le valigie, che si configurano come utopica ricerca di qualcosa di migliore, oltre le frustrazioni e i fallimenti. Derive, l’opera presente in mostra, testimonia tale transitorietà, temporale e non solo spaziale, nel contenere al suo interno una serie di frasi, pensieri rivolti al passato o propositi e aspettative per il futuro. Un bagaglio carico di tutte quelle attese che nel viaggio ci portiamo dentro: “ avrei voluto, avrei potuto, vorrei, potrei”.

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