Progetto Arca

29 agosto 1999  -  1999, 2000-1992, Archivio

L’attività svolta dall’Associazione ha avuto un carattere prevalentemente ludico e una finalità didattico-educativa grazie alla quale si è instaurato un rapporto di fiducia e di stima reciproca tra i formatori e gli allievi. Le lezioni si sono basate prevalentemente su esercizi propedeutici, previsti dal metodo Munari del Laboratorio “Giocare con l’arte” del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza con cui Aleph Arte collabora da diversi anni. Attraverso la semplice manipolazione dell’argilla sono state fornite informazioni di natura tecnica ed espressiva sulla ceramica. Il corso ha stimolato gli allievi a sviluppare capacità manuali e creatività. I ragazzi si sono “messi in gioco” esprimendo, attraverso gli oggetti prodotti, la loro personalità e le loro fantasie. Il laboratorio è stato vissuto come luogo della “distensione”, del benessere interiore, della “non passività”, luogo dove abbandonare le paure mentali del “non saper fare”, perchè le difficoltà vengono superate nel momento in cui si comincia ad operare. I numerosi lavori realizzati dai ragazzi, con varietà di forme e decori, sono stati esposti in una mostra allestita nei locali del Centro, che ha visto la partecipazione di numerose famiglie e suscitato l’interesse dei visitatori. Da segnalare, inoltre, la realizzazione di piccole opere collettive, costituite da pannelli decorativi, elaborati mediante formelle di terracotta colorate e cristallinate.

Mettere le mani su blocchi di argilla plasmabile, manipolarla liberamente, sporcarsi le mani (e spesso anche la faccia), fare, schiacciare, arrotolare, rifare, appiccicare pezzi fra loro, staccare, fare la sfoglia, texturizzarla (facilissimo, roba che i bambini capiscono e fanno in un minuto), arrotolare il lucignolo, formare degli oggetti liberamente (nessuno dirà ai bambini che oggetti fare), distruggere e rifare, fare tante palline dalla più piccola alla più grande, fare una torre di palline, impastare tutto e fare un’altra cosa, che cosa? quello che vuoi. Bruno Munari